Vanità in gioielleria
Con l'avvicinarsi di Halloween, vi proponiamo un articolo dedicato ai gioielli vanity, un tema molto utilizzato in gioielleria e tuttavia poco conosciuto al momento.
La storia delle vanità: quando la morte diventa arte
L'origine del concetto di vanitas risale alla pittura fiamminga e olandese del XVII secolo, un genere artistico che mescola nature morte e rappresentazioni simboliche della morte. A quel tempo, queste opere, conosciute come "Vanità", sono strettamente legati al sentimento di precarietà che si diffuse in Europa dopo la Guerra dei Trent'anni e le epidemie di peste.
Questo genere artistico, pittorico e scultoreo ; mette in luce la fragilità e la temporalità della vita umana. Le opere generalmente simboleggiano il morto, Là futilità piaceri terreni e la caducità della vita, spesso illustrati da teschi, clessidre, fiori appassiti, candele, simboli mortuari e altri elementi che evocano il passare del tempo.
Le vanità sfruttano numerose riflessioni filosofiche: la meditazione sulla morte, la redenzione, le vanità del mondo, la nozione del tempo e dell'effimero, la ricerca di una vita interiore virtuosa attraverso la padronanza della vita esteriore.
“Vanità” di Philippe de Champaigne, 1671
La rappresentazione delle vanità in gioielleria
Grazie alle vanità, il mondo della gioielleria è avvolto da un vento di mistero e simbolismo, dove i gioielli affascinano tanto quanto suscitano interesse, evocando la bellezza dell'effimero.
Questi gioielli erano particolarmente apprezzati durante il periodo barocco (XVII secolo), soprattutto in Europa, dove venivano indossati per ricordare la breve durata della vita e per provocare la riflessione spirituale.
Le vanità erano all'origine di gioielli da lutto O pezzi religiosi a quel tempo. Questi gioielli erano tradizionalmente caratterizzati da un sorprendente contrasto tra la morbilità dei simboli e la preziosità dei materiali. In stile monocromatico, erano ornati con diamanti bianchi e neri, onice, rubini e talvolta smeraldi o zaffiri, incastonati in bianco, grigio, argento O platino. Alcuni sono accompagnati anche da massime latine"Memento Mori"che significa"Ricorda che stai per morire" come un promemoria silenzioso ma eloquente della mortalità umana.
Oggi, la vanità è ancora popolare in alcuni stili di gioielleria, spesso associata a un'estetica gotico pur venendo talvolta rivisitato in chiave più contemporanea. Ai creatori piace Lidia Courteille E Lorenza Baumer hanno saputo interpretare questo tema a modo loro, come possiamo osservare di seguito, dove un teschio è ornato con oro giallo e oro bianco, zaffiri colorati taglio briolette e reca il volto del "pazzo del re". Qui il personaggio mortuario viene deriso e mascherato attraverso materiali di gioielleria positivi.
Simbolismo oltre il macabro
A prima vista, i gioielli vanitosi possono sembrare oscuri, persino macabri. Tuttavia, il loro significato va ben oltre questa interpretazione. I teschi, che spesso sono l'elemento centrale, non sono semplicemente ricordi della morte, ma anche simboli di rinnovo e di trasformazione. In molte culture, infatti, la morte è vista come un passaggio verso un’altra forma di esistenza o come una rinascita spirituale.
IL clessidre e il fiori appassiti, comuni anche nella vanitas, illustrano la caducità del tempo e i piaceri terreni. Indossati come gioielli, questi simboli incoraggiano ad apprezzare ogni momento della vita, tenendo presente l'inevitabilità del tempo.
I gioielli ispirati alla vanità offrono aUn modo elegante per richiamare la dimensione spirituale della festa di Halloween: il momento in cui celebriamo la memoria dei defunti accettando la nostra mortalità. Dobbiamo rendere omaggio alla meravigliosa creatività dei gioiellieri di talento per valorizzare questa dimensione.
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